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Cos’è la brand safety e come puoi difendere il tuo brand

17 Luglio 2018 / admin

Cos’è la brand safety e come puoi difendere il tuo brand

Cosa significa esattamente brand safety e a cosa bisogna stare attenti quando si fa pubblicità online spiegato attraverso cinque case studies di errori da evitare

safety first concept with blue key on computer keyboardSe ne è parlato a lungo nell’ultimo anno e quello della brand safety è diventato uno degli hot topic sul web, ma cosa si intende davvero quando si parla di sicurezza dei brand?

In breve, per  brand safety si intende l’insieme delle pratiche per una corretta collocazione degli annunci evitando accostamenti a contenuti illegali, inopportuni, offensivi o semplicemente contrari alla vision, ai valori e all’immagine della marca, che possano in qualche modo pregiudicare la reputazione del brand e l’efficacia del messaggio pubblicitario.

Perché la brand safety è importante?

Il motivo principale per cui la sicurezza del marchio è così importante è semplice: la reputation di un’azienda è qualcosa di molto delicato. Soprattutto sul web basta pochissimo per essere travolti da commenti o recensioni negative: mentre la costruzione di una buona web reputation può richiedere anni di strategia e grandi investimenti anche in advertising, la sua distruzione può avvenire in pochi minuti.

Un solo annuncio mal riposto o annunci di bassa qualitàpubblicati su un sito famoso o molto seguito, possono immediatamente creare associazioni negative che danneggiano le relazioni con il pubblico, riducendo a loro volta anche lo stesso rendimento pubblicitario. Per capire meglio cosa si intende per brand safety vediamo insieme cinque esempi pratici di errori nella gestione della sicurezza della marca.

  1.  Banner in un contesto inadatto
  2.  L’errore umano di valutazione del contesto e del momento adatto
  3.  Annunci outdoor nei posti sbagliati
  4.  Un messaggio espresso in modo poco chiaro
  5.  Il copy poco adatto al contesto

 

 

Si possono evitare questi errori?

Secondo il 78% dei CMO collegamenti involontari con contenuti inadatti possono diminuire la reputazione del brand. Eppure resta ancora una lacuna tra questa conoscenza e l’implementazione delle necessarie difese, dato che il 22% dei CMO, nello stesso studio, ha visto i propri annunci collocati accanto a contenuti inadeguati. Il programmatic advertsing ha integrate in sé le tecnologie che consentono di analizzare e filtrare i contenuti accanto ai quali vengono posizionati gli annunci online e lo fa attraverso:

  • Whitelist/Blacklist – Si tratta di liste di inclusione o esclusione di siti che possono essere rischiosi per la reputazione del brand e per il rendimento degli annunci. Spesso però queste liste da sole non bastano e vanno integrate con la tecnologia.
  • Filtri pre-bid – Sono filtri di targeting integrati utilizzati nel programmatic advertising a monte dell’acquisto di spazi pubblicitari. Questi filtri permettono di dare un punteggio a ciascun sito/ pagina sulla base di determinati parametri (sito con contenuti per adulti, violenza, linguaggio offensivo, …) e sulla base di un’analisi dei contenti del sito (url, link di entrata e uscita, …). Questo permette di individuare eventuali parole inappropriate o che fanno parte di una sorta di blacklist aziendale, escludendo così il posizionamento dell’adv all’interno di quel sito e pagina. Questi filtri, in pratica, permettono di escludere i siti non in linea con il brand o potenzialmente dannosi nel processo di compra-vendita di spazi, bloccando il sito in real time.

È dunque importante affidare la propria brand identity a professionisti, che sappiano prendersi cura dell’immagine del brand e che e sappiano valorizzarla, ma soprattutto che sappiano difenderla da potenziali pericoli.

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Fonte: http://www.ninjamarketing.it/2018/07/16/cosa-e-brand-safety-come-difendere-brand/

 

 

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